GESù BAMBINO SCOMPARSO
di Gregorio Curto

(liberamente tratto da Il Bambino scomparso e le tre parole magiche di Gianni Giorgianni)

C'era una volta una bimba cattiva
molto orgogliosa, iraconda impulsiva;
poiché era sempre ingrata e prepotente
le sue compagne insieme ad altra gente
con disappunto e sgradita sorpresa
si erano messe a chiamarla "Pretesa".
Pretesa non faceva che capricci,
voleva tutto e aveva modi spicci:
se il babbo in tutto non la assecondava
metteva il broncio e forte forte urlava.
Esasperati allora i genitori
la portavano a fare un giro fuori
e, ritenendo ciò il minor dei mali,
le compravano a raffica regali.
La bimba ci giocava per un poco
ma presto anche il più bello e nuovo gioco
- parea scontato e quasi un triste fato -
dandole noia veniva accantonato.
Un giorno, poco prima di Natale,
sembra a Pretesa proprio niente male
che il babbo tutta intera una giornata
dedichi a lei per una passeggiata.
"Usciamo insieme, se ti fa piacere:
girando tra i negozi potrai avere
- dice con voce asciutta ma cortese -
ciò che ti garba e incontra le tue attese".
La bimba e il babbo giran per un pezzo;
molte vetrine, con o senza prezzo,
mettono in mostra bambole giganti,
pelouche di gatti, panda ed elefanti,
modelli di automobili o aeroplani
e costumi di eroi superumani.
Pretesa solo un po' qua e la sorride,
pensa e ripensa ma non si decide
finché ad un tratto tutta l'attenzione
volge a un pupo di grande dimensione.
"mi pare proprio un bimbo in carne ed ossa
- dice pretesa e quasi ne è commossa -
quella bambola là nella vetrina:
non ne ho mai vista alcuna più carina".
Il negoziante poi con un inchino
dice ai clienti che è Gesù Bambino
"statua moderna grande al naturale
da metter nel presepe di Natale".
Poi fa vedere che la statuetta
muove le braccia e senza alcuna fretta
scandisce "mamma, mamma, cara mamma"
e altre parole ancor di varia gamma.
Il regalo vien subito acquistato
e per bene vien tutto impacchettato,
chè il babbo di Pretesa acquista infine
con il Bambino anche altre statuine:
Maria, Giuseppe, pecore e pastori
i tre Re Magi ed Angeli "cantori".
Preparando il presepio con puntiglio
Pretesa non accetta alcun consiglio:
mette per bene ogni cosa al suo posto
e ci tiene davvero e ad ogni costo
a por Gesù venuto tra gli umani
con le sue proprie irrequiete mani
nella più bella delle tante grotte
soltanto allo scoccar di mezzanotte.
Poi va a dormire, ma non è contenta
poiché ha la mente solamente intenta
a ordire un'altra delle sue magagne
a danno delle molte sue compagne.
"Sapranno infin le amiche quanto vale
il presepio del mio, del mio Natale;
la statua di Gesù che è solo mia
farà morir di invidia e gelosia".
Prendendo sonno sogna la sua casa
il giorno dopo dalle amiche invasa;
fa per mostrare loro il suo Gesù
ma nella grotta non lo trova più.
Non un istante indugia, nulla aspetta,
fuori casa si lancia in grande fretta;
non si dà pace, si agita, si ostina
nel cercar la preziosa statuina.
Giunge a un ruscello freddo e impetuoso;
l'acqua dal moto lesto e vorticoso
le suggerisce - ed il pensiero è saggio -
di non tentar neppure quel passaggio.
Si scatena frattanto un temporale,
grandine e vento che non han l'eguale,
quando allo sguardo di Pretesa in fuga
si presenta una lenta tartaruga.
"Bimba, ti converrà cercar riparo
- le dice l'animale - oppure amaro
sarà per te lo splendido mattino
nel quale viene a noi Gesù Bambino.
Per poco poi non schiacci la mia testa
e, nel giorno di questa grande festa,
procuri a me che non t'ho fatto niente
una lesione da intervento urgente".
"Che me ne importa della tua testaccia,
delle tue zampe e della tua pellaccia?
il mio Gesù Bambino mi han rubato
e non so affatto chi possa essere stato;
per questo andavo sola in tutta fretta
a ricercar la bella statuetta:
se non l'avrò, d'invidia e gelosia
non moriran le amiche a casa mia".
"Mi sembri alquanto ruvida e scortese,
gonfia d'orgoglio e piena di pretese;
forse con il tuo orgoglio il tuo Gesù
l'hai fatto allontanare proprio tu.
Se vorrai d'ora innanzi esser cortese
e non avere più grandi pretese,
se non invidia ma sincero amore
vorrai mostrar - parola mia d'onore -
son certa che il Bambin Gesù da sé
tornerà per restar sempre con te.
Di', qualche volta almeno, per favore,
impara a perdonar proprio di cuore
e, quando sbagli, porgi le tue scuse,
piuttosto che voler lanciare accuse.
Non voler per te sola trattenere
quello che ti appartiene e, se un piacere
ti fa chi vuole farsi a te presente,
grazie tu sappi dir cortesemente".
Così dice con garbo l'animale
e alla bimba non pare ciò banale;
fa le sue scuse infatti e per incanto
si trova il suo Gesù proprio lì accanto.
La voce della mamma poi la desta
nel mattino radioso di gran festa.
"Grazie di cuore, cara mia mammina,
perché sempre mi sei così vicina
- dice la bimba con parole pronte
che accompagna con un gran bacio in fronte -;
scusami se ti ho fatto un po' arrabbiare,
dato pensieri e fatto tribolare.
Le amiche stanno ormai per arrivare;
mi aiuti, per favore, a preparare
un'accoglienza semplice e festosa
con una torta morbida e gustosa?".
Va poi al presepio e lì Gesù Bambino
vede contento farle l'occhiolino.