Luce del mondo
di Gregorio Curto

Mentre la neve lieve a terra cade

mille luci già adornano le strade

per un festa che non ha l’uguale:

tra pochi giorni ormai sarà Natale.

 

Papà Francesco e il piccolo Giovanni

come sogliono ormai da molti anni

sul ripiano del mobile in soggiorno,

la grotta al centro e un bel paesaggio intorno,

 

con statue in gesso e un gran cielo stellato

da poco un bel presepe hanno ultimato.

Poi si rivolge il padre al figlioletto

con un racconto che gli vien di getto:

 

 

“Fu proprio San Francesco a voler fare

il primo dei presepi e a rievocare

con l’aiuto di un uomo a lui fedele,

al chiarore di fiaccole e candele,

 

Gesù che, nato in una mangiatoia,

viene per dare al mondo luce e gioia.

Sceglie una grotta come fu a Betlemme

non certo adorna di preziose gemme;

 

angusto è il luogo ed umido il terreno:

presso la greppia solo un po’ di fieno,

mentre, adagiati su povera paglia,

un bue muggisce e un asinello raglia.

 

Uomini e donne accorrono festanti,

giungono a frotte, sono proprio tanti;

famiglie intere vengon da lontano

ciascun con una fiaccola alla mano.

A Greccio – questo è il nome del paese

dove Francesco con gran zelo intese

riproporre alla sua generazione

l’unico evento dell’Incarnazione –

 

s’affrettano a salir frotte di frati

che, da semplici torce rischiarati,

ad una voce, trepidi, gioiosi

si mettono a cantar cori festosi.

 

Dolce e chiara è la notte, come giorno

nel qual risplenda il sole tutt’intorno,

e poi che un prete celebra la messa

la scena a tutti ben rimane impressa.

 

Narrano poi che uno dei presenti

mentre eran tutti nel bel canto intenti

in braccio al Santo – par cosa inaudita –

vide un bimbo tornare a prender vita.

 

Se vedi attorno a te la sofferenza

che ti suscita un senso di impotenza,

non mancar di gustare ciò che è bello

chè questo solo aspetta il tuo fratello.

 

Nulla puoi dare se non hai stupore

per ciò che è bello: un’alba, un canto, un fiore

che spunta tra le rocce in un mattino...

o il sorriso sul volto di un bambino.

 

Orma di Dio, ricorda, è la bellezza

e della sua perenne giovinezza,

di Dio che il cuore scruta nel profondo

e per sempre sarà luce del mondo.”

 

 

disegni di Antonella Barbafiera

Natale 2010